SEASON 2018/19 DA ZERO A DIECI DIRECT’S CUT

Voto zero: a tutti coloro che hanno remato contro alla Ternana Femminile. Sitarelli che se la cantano e se la suonano, pseudo procuratori indagati e fuggitivi, chiacchieroni, finti ternani che hanno esultato al soffio della prima sconfitta della squadra rossoverde, tifosi di altre squadre che si sono divertiti a sbeffeggiare la squadra Bi-Campione d’Italia e tante altre dubbie figure del panorama sportivo calcettistico nazionale. LA SOCIETÀ DEI MAGNACCIONI.

Voto uno: al Roldan e alla federazione spagnola, se si vuole scambiare un’occasione di crescita per una festa privata ben venga, ma non lo chiamate Torneo Europeo per chi vince i rispettivi campionati nazionali perché è una fake news bella e buona. CANTANTI.

Voto due: agli arbitri dei quarti di Coppa Italia. Il duo in rosa, alla luce del resto della stagione dove non c’è stato mai il ben che minimo accenno di problema con i giudici di gara, rimane impresso nella memoria e ringraziando il cielo non le abbiamo mai più viste; sperando che sia così per molto tempo. A MAI PIÙ.

Voto tre: a chi si è defilato, a chi ha rinunciato, a chi ha mollato prima, a chi ha risposto a una chiamata nel momento più delicato lasciando la squadra sola, eccezion fatta per Daniele D’Orto che comunque anche da lontano non ha fatto mai mancare il suo apporto. CUORI DI LATTA.

Voto quattro: al campionato svolto dalle Ferelle. Mai un acuto, mediocre nella classifica finale e mediocre per tutto l’anno. Siamo abituati ad emozionarci, ma quest’anno i momenti “magici” sono stati davvero pochi. SOPORIFERO.

Voto cinque: a Bevilacqua. A dire il vero meriterebbe qualche voto in meno per le scellerate decisioni prese dall’inizio alla fine, ma per lo meno vogliamo riconoscergli il merito di essere finito sul lastrico pur di terminare la stagione. Aver dato tutto di tasca propria è un merito, ma aver commesso una infinita striscia di errori è imperdonabile. ATTILA.

Voto sei: alla squadra. Secondo noi la squadra più forte della storia delle Ferelle. Nomi incredibili, qualità altissima, squadra brasiliana...ma alla fine zero titoli e una stagione mediocre. Il sei, quindi la sufficienza meritata, è per la gestione Bevilacqua una difficoltà dietro l’altra, quattro allenatori cambiati e tanto altro che diventa una scusante gigante per non aver vinto nulla. NE CARNE, NE PESCE.

Voto sette: alla dirigenza. Hanno mantenuto la barca dritta anche nei momenti di tempesta. Negli ultimi allenamenti addirittura abbandonati da soli non hanno mai fatto mancare nulla alla squadra. Hanno girato l’Italia e messo toppe immense ogni qualvolta la presidenza è stata latitante. Onore a loro e al loro amore per la maglia visto anche gli impegni mai onorati dal presidente nei loro confronti. PRIMI TIFOSI.

Voto otto: a Vanessa Pereira. Al di là del periodo di riabilitazione dall’operazione, le Ferelle hanno trovato un degno successore di Neka e la nostra bandiera ci aveva visto lungo quando al primo giorno di allenamento ha voluto consegnare lei stessa la fascia alla numero sette. La prima a lottare in Supercoppa e l’ultima a cadere nella semifinale scudetto. Ci auguriamo che se Bandecchi rilevi la società le faccia un contratto a vita. CAPITANO.

Voto nove: ai tifosi delle Ferelle che in gara due semifinale scudetto hanno rimpieto il Di Vittorio nonostante l’orario pomeridiano di un giorno lavorativo come il martedì. Hanno cantato e tifato rendendo assordante per lunghi tratti il Palasport tanto da far dire ai cronisti Rai “frastuono incredibile, un tifo trascinante, questo Palazzetto è l’uomo in più” in più di una occasione. UNICI.

Voto dieci: alla città di Terni e a tutti i tifosi rossoverdi che in questi giorni hanno fatto capire alle autorità politiche e a Bandecchi quanto sia fondamentale una squadra come la Ternana Femminile e la Serie A nello sport ternano. Siamo rimasti a bocca aperta per come e quante persone o addirittura personalità cittadine hanno scritto, parlato, dichiarato o si sono mossi per cercare di far trovare alle Ferelle una stabilità e un futuro importante fatto di crescita e valorizzazione come le donne nello sport meritano. Il salto di qualità definitivo che solo Patron Bandecchi, pensiamo umilmente, possa far fare. FUTURO.